La Vita in diretta, i soldi buttati del servizio pubblico

I bambini muoiono a Gaza e in Ucraina e a La Vita in diretta su RaiUno, ovvero sulla rete ''ammiraglia'' della Rai, di che parlano? Della signora di Roma che ha il balcone pieno di piccioni, perché li nutre mettendo il cibo nelle fioriere. Un interminabile servizio di reprimenda fuori luogo (più d'uno, in realtà, in settimana; l'ultimo venerdì 30) e, a detta della cronista distaccata sul posto, un monitoraggio di tutta la giornata per riprendere la signora che butta mangime ai pennuti e dare voce ai cittadini esasperati. La Rai come confessionale e sfogatoio delle beghe condominiali? Siamo scesi così in basso? C'è bisogno che il servizio pubblico, pagato con soldi nostri (e non possiamo esimerci, è obbligatorio; i soldi grazie a Renzi ce li trattengono in bolletta, anche se c'è chi come noi la Rai non la guarda mai) debba occuparsi di queste cose? 

La signora indubbiamente sbaglia, vada al parco così non darà fastidio a nessuno (anche se probabilmente sotto c'è altro, visto che i vicini le tirano bombe d'acqua. Questa storia sa tanto di bega di palazzo), ma la Rai ne stia fuori e parli di emergenze umanitarie vere, altro che mettere addirittura un numero whatsapp per i commenti del pubblico. Se la sbrighino i condomini, prevedibilmente infuriati con la donna, e intervenga l'amministratore. Punto e basta. La Rai, ai tempi d'oro di Nanni Loy, furoreggiava con le inchieste on the road (anzi, su treno, per la verità). Ma il tenore era di ben altro spessore!

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