Settimana prossima si votano i referendum

L'8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati a votare sì o no a quattro quesiti referendari abrogativi su precariato e sicurezza del lavoro e a uno sulle condizioni per diventare cittadini italiani. I quesiti relativi al lavoro puntano a smantellare alcuni capisaldi del Jobs Act. Sulla cittadinanza la proposta è poi di dimezzare da 5 a 10 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per presentare la richiesta. Il primo quesito è sui contratti di lavoro a tutele crescenti. Riguarda specificamente il Jobs Act e propone l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti previsti dal contratto a tutele crescenti. Attualmente, nelle imprese con più di 15 dipendenti, un lavoratore licenziato illegittimamente non ha diritto al reintegro ma ad un indennizzo economico che può arrivare fino ad un massimo di 36 mesi. L'abrogazione di questa parte permettere il suo reintegro.

Il secondo quesito mira a rimuovere il limite all’indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese. Oggi, in caso di licenziamento illegittimo, il risarcimento non può superare le sei mensilità. La sua abrogazione parziale permette di superare le sei mensilità di indennità. Il terzo quesito propone di reintrodurre l’obbligo di causale per i contratti di lavoro inferiori a 12 mesi per garantire una maggiore tutela ai lavoratori precari'.

Il quarto quesito, sulla responsabilità solidale del committente, riguarda la sicurezza sul lavoro e intende ampliare la responsabilità dell’azienda che commissiona un appalto. Attualmente, questa responsabilità riguarda solo i rischi generici, mentre la proposta mira a includere anche i rischi specifici legati agli incidenti. Il quinto quesito riguarda la cittadinanza.

Foto Pixabay

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